“Non sono una moglie, non sono una vedova, ma sono una madre perché ho partorito. Anche se di un figlio ammazzato, ammazzato da me”. Siamo in un’aula di Tribunale. Anna è una donna che ha ucciso il proprio figlio di sei mesi. Racconta i fatti senza filtri, senza giustificazioni, senza auto assolversi. Non si sente in colpa, non vuole punirsi, non cerca il perdono, non è disperata. E’ capitato. E’ colpevole. Aspetta di sapere la pena che le sarà inflitta. Olga è il Pubblico Ministero. Dura, risoluta, senza figli per vicissitudini varie, vibra ad ogni parola di Anna. Vorrebbe indignarsi in nome del diritto che consente l’interruzione di gravidanza, della possibilità di scegliere se generare o meno, Vorrebbe forse odiarla, percepirla come disumana. Vorrebbe non avere dubbi. Perché si uccide un figlio? Attorno a questa domanda si snoda INTERRUZIONI. Le crepe dell’anima, che affronta un tema delicato e spiazzante come l’infanticidio, che chiama la società e il concetto di maternità. Nonostante la violenza che ci circonda, non siamo infatti culturalmente pronti a cercare di comprendere perché una madre, polo affettivo e punto di riferimento per il figlio e per la sua crescita, possa togliergli la vita. Il testo, adattamento teatrale di Paolo Vanacore dall’omonimo libro di Camilla Ghedini, ha visto la supervisione tecnica e scientifica di Alessandra Bramante, psicoterapeuta perinatale, Presidente di Società Marcé Italiana per la salute mentale perinatale, autrice di libri tra cui Mamme che uccidono (Celid).
Biglietti: intero 15 euro – ridotto 12 euro (bar aperto per aperitivo dalle 20.00) Spettacoli ore 21, domenica ore 17
Teatro Lo Spazio Via Locri 43, Roma informazioni e prenotazioni 339 775 9351 / 06 77204149 info@teatrolospazio.it
articolo pubblicato il: 09/02/2024