Un conduttore coinvolge gli spettatori per fare avanzare tre pedine umane sul tabellone: un dottorando, un precario e uno stagista attraverseranno imprevisti, prove collettive e individuali con un ritmo comico serrato e pezzi di improvvisazione basati su input che vengono dal pubblico. Vincerà chi riesce ad accumulare più sfighe e perciò più “disagio”. Durante lo spettacolo si affrontano temi quali l’amore, la paura del futuro, il lavoro, la sessualità, la politica, la solitudine e l’indeterminatezza. Un’autoanalisi collettiva che non fa sconti a nessuno: irriverente, comico e profondo, che ci costringe a fare i conti con il mondo che abbiamo costruito e la vita che vorremmo. Il linguaggio alterna in un ritmo serrato citazioni colte, riferimenti pop e provocazioni trash.
Appunti di drammaturgia
Il mondo non dipende da te. Dunque perché preoccuparsi? Smettila di sentirti sbagliato e frustrato: se non hai aspettative non rimarrai deluso. Non affezionarti a niente e accomodati alla mediocrità. I tuoi fallimenti non dipendono da te, ma solo dalla società che ti opprime. Non cercare di cambiarla, abbandonati e goditela senza pensare, che tanto poi si muore.
Nel testo ridicolizziamo ed esorcizziamo l’attitudine autolesionista di ognuno di noi.
Lo spettacolo, che viene ogni volta aggiornato con riferimenti all’attualità, attraversa e ridicolizza tanti nostri piccoli suicidi quotidiani: tutte quelle attitudini, piccole prassi e decisioni che ci fanno morire pian piano e che in qualche modo ci assolvono dal dover prendere posizioni, agire e reagire. Ridiamo insomma di come siamo bravi a scavarci la fossa giorno per giorno, in compagnia dei nostri paradossi e ossimori: la nostra pubblica intimità, l’inerzia iperattiva, il confortevole precariato, i corpi immaginifici, la condivisione in solitaria e la volgare trascendenza.
Le tematiche di disagio generazionale, crisi e voglia di cambiamento vengono trattate con un meccanismo di ribaltamento paradossale: invece di risolvere i problemi o lottare per un mondo migliore i personaggi mettono in scena il lato peggiore e nichilista della nostra società, si abbandonano piacevolmente al disagio, lo difendono e orgogliosamente lo praticano con disciplina. Si ride del lato peggiore di ognuno di noi, sperando di seppellirlo alla fine dello spettacolo e di uscire con la voglia di migliorare la nostra vita.
al Teatro Gerolamo martedì 16 e mercoledì 17 gennaio 2024 (ore 20) Generazione Disagio e Proxima Res presentano
Dopodiché stasera mi butto di e con Enrico Pittaluga, Graziano Sirressi, Andrea Panigatti, Luca Mammoli regista e co-autore Riccardo Pippa – co-autore Alessandro Bruni Ocana consulenza scene e costumi Margherita Baldoni | luci Max Klein | disegni Duccio Mantellassi produzione Proxima Res
Durata spettacolo: 70 minuti ORARI: spettacolo ore 20 PREZZI: da 12 a 30 € INFORMAZIONI e PRENOTAZIONI uffici: 02.36590120 / 122 | biglietteria 02 45388221 biglietteria@teatrogerolamo.it - info@teatrogerolamo.it - www.teatrogerolamo.it
TEATRO GEROLAMO Piazza Cesare Beccaria 8 – 20122 Milano
articolo pubblicato il: 08/01/2024